I trattamenti anti-cellulite servono a favorire l’eliminazione o la diminuzione del classico effetto a buccia d’arancia.
Si tratta di tecniche tutt’altro che invasive, grazie alle quali è possibile combattere la ritenzione idrica che provoca l’effetto anti-estetico. Parliamo di creme, massaggi drenanti e linfatici, pressoterapia, etc.
La carbossiterapia dopo aver generato una sorta di enfisema superficiale che si riassorbe quasi immediatamente, esercita un triplice effetto che riesce a migliorare notevolmente gli inestetismi cutanei. Innanzitutto agisce sulla circolazione, dilatando i vasi sanguigni, aumentando la velocità e l’ossigenazione del flusso e favorendo l’apertura dei capillari compressi dal grasso e dalla ritenzione idrica.
Esercita, inoltre, un’azione lipolitica sia a livello meccanico, attraverso la pressione del flusso gassoso, sia chimico attraverso la riattivazione del metabolismo cellulare favorita dall’ossigenazione dei tessuti. Stimola, infine, l’attività dei fibroblasti, le cellule deputate alla produzione di fibre elastiche, collagene e acido ialuronico, noti per i loro effetti benefici sulla salute e l’aspetto della pelle. Si rivela, dunque, particolarmente utile per combattere la cellulite ma anche altre tipologie di disturbo, dalle smagliature, alle cicatrici chirurgiche all’insuficienza venosa, alle ulcere arteriose venose oltre che per il trattamento delle adiposità localizzate post-dimagrimento e post-gravidanza, per il rilassamento del tessuto cutaneo e per l’invecchiamento della pelle.
Con una sostanza naturale come l’anidride carbonica è possibile, dunque, ottenere risultati efficaci anche sugli inestetismi più difficili, mantenendo gli effetti fino ad un anno. Per ricavarne benefici apprezzabili e duraturi occorrono, generalmente, una decina di sedute di una durata compresa tra i 10 e i 30 minuti ognuna, ma se ne possono constatare i primi effetti visibili già dopo le prime cinque.
Naturalmente ogni organismo rappresenta un caso a sé ed è, dunque, importante rivolgersi a professionisti seri in grado sia di personalizzare la terapia sulla base delle caratteristiche del disturbo da trattare e dello stato di salute del paziente, sia di sconsigliarla in caso, ad esempio, di gravidanza o in presenza di determinate patologie, come insufficienze renali, cardiache, respiratorie o epatiche, ipertensione arteriosa, anemia grave, trombosi, embolie, pregressi ictus o aritmie cardiache. Pur essendo un trattamento naturale e non invasivo, infatti, la carbossiterapia, come ogni terapia medica, non è del tutto priva di controindicazioni.
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